Se la notifica al diretto interessato di una comunicazione di notizia di reato viene preceduta da una intensa campagna diffamatoria sul web e sui social, e la stessa comunicazione di notizia di reato, o l’invito a rendere interrogatorio, o addirittura il verbale dell’interrogatorio, vengono immediatamente trasmessi da qualcuno ai media, il risultato e’ che il malcapitato viene messo alla gogna e deriso o insultato su pianta nazionale mediante articoli, post, commenti e così via.
Il poveretto o la poveretta, in tal modo “cucinati”, sono pronti per subire con le orecchie basse e senza reazioni tutto l’iter di procedimenti e processi che possono durare anni, sempre sotto il rullare dei tamburi dei tanti che già li danno per condannati, sotto i fischi e i cachinni a volte anche del cugino con cui avevano litigato dieci anni prima, che profitta felice dello stato di debolezza del congiunto e lo attacca in mille modi, magari anche sotto falso nome con post infamanti cui mettono “mi piace” anche il debitore che non paga, l’innamorato o l’innamorata respinti, l’avversario politico.
C’é solo un modo per proteggersi da questi colpi, e anzi passare al contrattacco: é infatti pressochè inutile sporgere querele che puntualmente vengono archiviate con le motivazioni più varie, occorre battersi sullo stesso campo degli aggressori, con una contro-campagna mediatica che attentamente setacci tutte le voci ostili e ne ammortizzi l’effetto diffamante attraverso commenti di solidarietà o mediante diffide.
Lo staff di Investigando offre anche questo importante servizio, assegnando al cliente, a seconda delle dimensioni del fenomeno diffamatorio, uno o più esperti REPUTATION MANAGERS. Non rischiate più di farvi mangiare le budella in attesa della sentenza di assoluzione, proteggetevi chiedendoci subito un preventivo